Come spiegato nei precedenti articoli, avviare un progetto di Business Intelligence non è semplice per un’azienda. Al di là delle difficoltà tecniche ed organizzative, vi è anche una questione economica che nessuna proprietà può ignorare. È lecito che, prima di avviare un progetto, ci si chieda quali saranno i vantaggi tangibili della soluzione implementata.
Tali vantaggi possono essere di diverse tipologie, ma alla fine si possono tutti ricondurre ad un unico vantaggio di tipo economico. Per la proprietà, è quantomeno auspicabile che si spendano dei soldi per poterne guadagnare, conseguentemente e nel tempo, di più.
Quello che le aziende usano come misuratore di bontà di un virtuale investimento futuro è il ROI (Return On Investment), o ritorno sugli investimenti. Il ROI è una semplicissima formula definita come:
Il ROI quindi è tanto più alto quanto maggiore è il profitto (sul periodo, perché il profitto non è immediato), o minore il costo dell’investimento.
Ma come è possibile calcolare al meglio il ROI di un progetto BI??
Costi della BI
Cominciamo dalla parte dolente dell’argomento: i costi. Per un progetto BI, i costi sono vari:
- Software. Occorre comprare dei programmi per affrontare le varie fasi di Business Intelligence, dall’implementazione dell’ETL alla visualizzazione ed analisi delle informazioni. Se il costo di un software è basso, bisognare stare attenti e prendere in considerazione il costo di eventuali – e molteplici – licenze. Per aziende più piccole per le quali questo costo può rappresentare un problema, è d’obbligo segnalare l’esistenza sul mercato di software free: questi software sono senz’altro una soluzione interessante, anche se meno completi e più di nicchia rispetto a quelli a pagamento.
- Organizzazione. Come più volte enunciato, avviare un progetto di Business Intelligence richiede un certo impegno innanzitutto organizzativo. Occorre tempo per scegliere e coordinare i diversi componenti umani coinvolti nel progetto, dall’IT al business ma senza dimenticare la sponsorship. È richiesto il tempo di tutti, e il tempo, si sa, è denaro. Che l’organizzazione sia dettata internamente o indicata da consulenti esterni, è un costo obbligato.
- Implementazione. La progettazione e lo sviluppo, nonché la validazione (o QA, Quality Assurance), di un progetto BI nel suo intero stack è un altro costo che non si può evitare. Come per il punto precedente, che l’attività sia svolta da interni o da esterni non influisce sulla possibilità di evitare questo costo.
- Addestramento. Che sia rivolto agli sviluppatori o agli utilizzatori finali, il training è un’altra fase chiave di ogni progetto BI. Solitamente questa attività comporta un costo minoritario, ma non bisogna mai prenderla sottogamba: se non adeguatamente formati, gli utenti finali tenderanno a dimenticare quanto appreso in principio, necessitando di ulteriore tempo per il riaddestramento. Il training va condotto nei tempi e nei metodi migliori, e deve includere aggiornamenti nel tempo.
Benefici diretti ed indiretti della Business Intelligence
Non è semplice quantificare i profitti di un progetto BI, soprattutto perché non sono immediati ma piuttosto continui nel tempo. Possiamo però elencare tutti i possibili vantaggi nel possedere una soluzione BI cosicché da avere coscienza della totalità dei benefici che essa porta.
- Automatizzazione. Il business non è più costretto a prelevare ed integrare manualmente i dati, attività ripetuta nel tempo, lunga e soggetta ad errore (soprattutto umano). Con gli strumenti odierni di raccolta e trasformazione dei dati, il business è sollevato da scomode attività e protetto da rischi.
- Flessibilità. Uno dei principali motivi per cui è stato inventato il concetto di data warehouse: mediare alle restrizioni imposte, per natura, dagli ERP. Con gli strumenti odierni di visualizzazione ed analisi dati, l’attività del business è incredibilmente semplificata e potenziata.
- Puntualità. Il business può condurre, ogni giorno, le proprie analisi e optare le proprie decisioni con un dato che si presenta quotidianamente aggiornato.
- Produttività. A meno di puntuali e specifici interventi, l'IT è sollevato da attività di manutenzione del dato, potendosi concentrare su attività più produttive di creazione di nuovi contenuti per il business.
- Qualità dei dati. Le informazioni usate dagli utenti finali nascono da procedure validate che utilizzano dati certificati, il tutto in maniera trasversale fra i diversi reparti funzionali.
- Indipendenza. Con la Business Intelligence a regime completo, IT e business saranno due reparti indipendenti che potranno lavorare ciascuno sulle proprie diverse attività. Sarà richiesta la loro cooperazione solo per un tempo minoritario e solo a fronte di nuovi sviluppi.
- Sguardo al futuro. Un progetto di Business Intelligence rende i dipendenti di un’azienda innanzitutto più formati e competenti, ma anche più liberi di poter indagare nuovi aspetti, problematiche prima ignorate e nuove opportunità di miglioramento del business aziendale.
Quanto costa non avere la BI?
Quantificare il profitto di un progetto BI non è semplice. Il profitto non è immediato, e nemmeno costante nel tempo dato che una soluzione BI tende ad evolvere, comportando sì nuovi costi, ma anche nuove possibilità di risparmio e guadagno. Occorrerebbe trovare una formula che, presi in considerazioni i benefici elencati nella sezione precedente, quantifichi monetariamente ciascuno di essi.
Proviamo allora a guardare la questione da un punto di vista opposto a prima, e poniamoci una domanda un po’ diversa: quanto ci costa non avere una soluzione BI? Ossia, quanto risparmiamo implementandola?
Una formula che ha il solo scopo di fornire un’idea di quanto possiamo risparmiare grazie alla Business Intelligence è la seguente:
C x D x H x S = risparmio in €
dove C è il numero di differenti business partner con cui l’azienda ha a che fare, D il numero medio di documenti (report, dashboard, ecc.) sviluppati tramite la BI per business partner, H il numero medio di ore mensili impiegate per la definizione, lo sviluppo e la validazione di un documento prodotto in modo tradizionale, e S lo stipendio orario medio per dipendente. Questo risparmio può facilmente raggiungere numeri considerevoli, senza contare il guadagno in valore aggiunto per l’azienda.
di Thomas Tolio, pubblicato l'11 ottobre 2019