Perché lo stack BI va rispettato

Datamaze
17.02.21 12:02 PM Comment(s)

Un unico software per la Business Intelligence?

Programmi come Qlik Sense prima e Power BI dopo hanno rubato la scena a molti altri grazie alla loro caratteristica di centralizzare in un unico software le seguenti azioni: 

(1) connettersi a sorgenti differenti per modellare i dati, 

(2) creare nuove formule e misure complesse,

(3) visualizzare i dati per dar loro un senso. 


In letteratura, queste tre macro-attività sono tre strati differenti di quello che chiamo stack BI, che vede impilati uno sopra l’altro: (1) lo strato dei dati, (2) lo strato semantico e (3) lo strato di presentazione. Questa stratificazione è rappresentata molto bene, per esempio, dallo stack di software per la BI di Microsoft: SSIS, SSAS, e SSRS (o Power BI usato in “sola lettura”).


Strumenti e competenze

La scelta optata da strumenti quali Qlik Sense e Power BI (questo secondo, per chi lo usa nella totalità delle sue features) ha il vantaggio di non richiedere l’adozione di tre differenti software, ma soprattutto ha il vantaggio di non richiedere una formazione tecnica approfondita su tre distinti strumenti, ognuno con i suoi segreti da scoprire. Inoltre, anche la formazione teorico-informatica su concetti come il dimensional modeling e il data warehousing vengono un po’ a mancare, in quanto gli strumenti dispongono di un’architettura e propongono procedure guidate che vanno contro quanto suggerito in letteratura fin dagli anni Ottanta.


Due soluzioni opposte

Si tratta quindi di mettere a confronto due soluzioni diametralmente opposte: una che richiede tre software – belli pregni di best practice – a seguito di una formazione teorica, ed una che comprime il tutto in un solo programma richiedendo molte meno nozioni informatiche teoriche e pratiche. Una soluzione richiede una necessaria collaborazione fra IT e business, l’altra può essere demandata interamente al solo business. 


Soluzioni di Business Intelligence centralizzata sono nate sull’onda di successo di concetti come self-service BI e user-driven decision making, concetti che hanno intercettato l’apprezzamento, per esempio, del Controllo di gestione. Eliminando la dipendenza del decision making dall’IT, le aziende hanno di fatto deresponsabilizzato l’IT dal fornire processi per la certificazione e distribuzione dei dati aziendali, rendendo il business autonomo. Sembrerebbe quindi che questa seconda soluzione abbia solo dei vantaggi, vero?


Non è così.

I vantaggi dello stack BI

La soluzione centralizzata perde il confronto innanzitutto sul tema delle performance. Tre prodotti dedicati – e quindi ottimizzati – ciascuno ad una singola attività, ma costruiti per comunicare fra loro in modo del tutto naturale, sono di gran lunga più performanti, nonché potenti. La potenza guadagnata deriva dal fatto che lo stack BI può godere di un maggior numero – o una maggiore qualità/profondità – di feature.


Lo stack BI è anche di più facile manutenzione, dato che gode di una maggiore compartimentalizzazione organizzativa. È anche di più facile integrazione con altri sistemi o altri programmi. Si pensi ad esempio il caso in cui si volesse aggiungere un – o sostituire il – software di presentazione dati: basterebbe agganciare tale strumento direttamente al secondo strato, senza perdere nulla di quanto fatto nel primo e secondo strato.


Inoltre, è molto più facile distribuire quelli che sono i prodotti visuali della BI quando questi non devono portarsi appresso anche le logiche di trasformazione e modellazione del dato. Dietro a ciò c’è anche un tema di sicurezza ed organizzazione, perché di evita che le logiche vengano consegnate a chi non dovrebbe averne in mano la gestione. C’è anche da considerare il fatto che se le logiche vengono consegnate al business, queste cambieranno di ufficio in ufficio per il semplice fatto che, in assenza di un programma di Business Intelligence, il vocabolario aziendale non è univoco e condiviso.



Un programma di Business Intelligence

La Business Intelligence mette in gioco così tante attività e richiede un così eterogeneo assortimento di competenze che è impensabile potercisi affidare interamente ad un unico programma software ed un solo ufficio. Il segreto sta nel riconoscere i differenti scopi degli strati dello stack BI, così come i differenti punti di forza – e debolezza – di IT e business. Per questo si parla di un programma di Business Intelligence, oltre che di un progetto.


di Thomas Tolio, pubblicato il 17 febbraio 2021

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