Quanto dura un progetto di Business Intelligence?

Datamaze
23.06.20 09:58 AM Comment(s)

Introduzione
Non lo negherò: questa è una domanda da cento milioni di dollari. Se avete letto i miei precedenti articoli, potete intuire quanto possa risultare non facile da organizzare un progetto di Business Intelligence, quanto possa essere difficile preventivarne i costi, e quanto non sia banale nemmeno quantificare il tempo necessario al suo completamento.



BI e business

Un progetto di Business Intelligence può durare molto: anzi, potrebbe non avere mai un vero e proprio termine. A mio personale parere, non dovrebbe mai avere un termine. Ma perché? La risposta è la seguente: un progetto di Business Intelligence è innanzitutto un progetto di business, e non un progetto IT. È proprio questo il motivo per la quale non bisogna banalizzare la BI: è un progetto che coinvolge l’intera azienda, IT e reparti di business. Inoltre, quant'è importante che il business venga coinvolto attivamente fin dalle prime fasi del progetto, è altrettanto fondamentale che l'IT segua ciascuna di queste. La collaborazione deve essere totale perché, dipendentemente dalle fasi, un attore si troverà a dover affiancare o chieder supporto all'altro.



Evoluzione e cambiamenti
Data la natura fortemente legata al business, è impossibile riuscire a determinare in anticipo tutti i requisiti del progetto. Nel tempo tutto può cambiare: una stessa azienda potrebbe ampliare o addirittura cambiare il proprio business, oppure potrebbe vedere cambiare la gestione, o ancora potrebbero cambiare i fenomeni sulla quale si ha la necessità di indagare. In altre parole, potrebbero cambiare gli obiettivi della BI. Per questo non è plausibile che un progetto ancora sulla carta possa considerare la totalità dei requisiti e degli obiettivi necessari, ed è per questo che un progetto di Business Intelligence non dovrebbe concludersi una volta completato il primo ciclo di sviluppi.



Metodo Agile e fasi cicliche
La BI vive di iterazioni continue, esattamente come descritto dal metodo Agile. Tale metodologia propone una modalità di lavoro a fasi cicliche, dove le fasi sono sempre le stesse e si ripeteranno sempre nell'ordine: (1) raccolta dei requisiti, (2) pianificazione, (3) disegno, (4) sviluppo, (5) rilascio, ed infine (6) monitoraggio. 


Ciascuna fase sarà presumibilmente molto breve, rendendo breve anche il singolo ciclo. I cicli però saranno molti, e col ripetersi di questi il progetto vedrà coinvolti sempre gli stessi attori. Ma quante saranno queste iterazioni? Impossibile predirlo: al massimo si potrà definire un numero minimo di iterazioni necessarie per la messa a regime della BI.



Pulizia e validazione dei dati
Fra tutte le attività coinvolte nel progetto, sono due le grandi sottostimate: la pulizia dei dati (o data cleaning) e la loro validazione. La pulizia dei dati è tanto più difficile da stimare quanto più eterogeneo e obsoleto è il parco dati sorgenti. Tecnologie operazionali particolarmente obsolete, o fonti dati non ben strutturate o di facile manipolazione umana, possono rallentare in misura importante la fase di integrazione dei dati.


 La validazione, invece, è una vera fase di testing che tende ad essere tanto più lunga quanto più si sono trasformati i dati nella fase di integrazione. Qui entra in gioco anche un fattore culturale: l’utente di business incaricato di validare i dati sfiducerà per principio i nuovi dati forniti dalla BI, considerando più corretti quelli usati finora. Inutile dire che anche queste attività sono difficili da stimare.



Programma e progetto 
Infine, c’è un concetto che forse a molti non è chiaro, ma che è esplicativo del perché non è semplice – a volte impossibile – stimare quanto possa durare un progetto di Business Intelligence: la BI prevede innanzitutto un programma, e solo poi un progetto. Sono due cose molto diverse. Il progetto BI include solo l’attività implementativa; il programma BI invece include tutte quelle attività il cui fine ultimo è la creazione di nuova cultura aziendale


Un buon programma di Business Intelligence si prefigge il fine di evangelizzare concetti quali la collaborazione orizzontale, l’orientamento al dato, il vocabolario unico e condiviso e il gusto per l’informazione grafica. Ma non è detto che l’intera azienda sia naturalmente predisposta ad accettare questo nuovo pensiero: potrebbe essere un’attività da svolgersi necessariamente in maniera lenta, progressiva, non quantificabile a priori in termini di tempo.


di Thomas Tolio, pubblicato il 29 maggio 2020